Perdita azionisti Veneto Banca: cosa succederà dopo il prezzo di recesso
“Quel prezzo è un punto di partenza, non d’arrivo” ha dichiarato Pierluigi Bolla, neopresidente di Veneto Banca, in merito al prezzo di recesso (7,3 euro). Un valore, definito dal cda nell’incontro del 2 dicembre, che porterà una perdita enorme agli azionisti Veneto Banca che decidono di avvalersi della facoltà di recesso.
A sole due settimane dall’assemblea in cui ci si gioca la sopravvivenza della popolare, il presidente sembra voler rompere gli indugi “prendendo il toro per le corna”, ma sempre collaborando con i soci.
Secondo il presidente infatti la chiave di volta per una cooperazione mirata a ridare valore alla banca sarebbe partire da un punto condiviso.
“Sono socio dal 2007 e anch’io vedevo in questa banca un salvadanaio”, ha spiegato Bolla, secondo cui però la banca può ancora ripartire.
Per quanto riguarda il duro colpo inferto con il prezzo di recesso, dice il presidente, gli azionisti hanno preso atto di qual è effettivamente la situazione della banca al 30 settembre tra perdite, svalutazioni e capitale decurtato per azioni finanziate.
Management e azionisti Veneto Banca: le priorità di dicembre
Una decisione senza dubbio sofferta, perché significa lasciare con un pugno di mosche molti azionisti, ma che rappresenta anche un modo per voltare pagina.
Per quanto riguarda la possibile azione di responsabilità nei confronti del precedente cda, su cui negli ultimi giorni sono dilagate indiscrezioni, Bolla ha confermato che dei professionisti sono stati incaricati di compiere le loro valutazioni.
L’azione di responsabilità non sarà argomento all’ordine del giorno dell’assemblea del 19 dicembre, ma il consiglio di amministrazione vuole comunque valutare il rischio di futuri danni patrimoniali alla banca.
L’obiettivo principale è quello di difendere il patrimonio, soprattutto in seguito alle ispezioni e alle multe inferte dalla Banca d’Italia al vecchio cda. Fatti che non possono essere ignorati.
Ma a lavorare per preservare e rilanciare la banca non è solo il consiglio di amministrazione.
Per raggiungere questi risultati si sono già messi in moto anche gli azionisti forti di Veneto Banca. Si è costituita pochi mesi fa “Per Veneto Banca”, l’associazione che riunisce principali soci della popolare.
Associazione azionisti Veneto Banca: i soci forti riuniscono l’8% dell’azionario
Ai dati attuali, l’associazione azionisti Veneto Banca vale l’8% dell’azionario. Stando a quanto dichiarato da Diego Carraro, presidente dell’associazione, gli obbiettivi di “Per Veneto Banca” sono incentivare la trasformazione in Spa e arginare il rischio di svendita.
Per quanto riguarda la quotazione in Borsa invece la formazione mira a ritardare l’introduzione a Piazza Affari.
Il rischio è che se la quotazione arrivasse troppo presto si incorrerebbe in una perdita di valore della popolare. Intanto in vista dell’assemblea l’associazione sta mettendo a punto un patto di consultazione sul 5% dell’azionario.