Prestiti obbligazionari definizione: come funzionano
Nel panorama dei finanziamenti spiccano prodotti poco conosciuti ai più ma che, per determinate categorie di soggetti, possono tornare utili: i prestiti obbligazionario. Non si tratta di un argomento che riguarda il cittadino medio, almeno non dal punto di vista del debitore. Il prestito obbligazionario, infatti, è un prodotto che riguarda esplicitamente le società, e nemmeno tutte, bensì le tipiche spa, quindi quotate in borsa.
Il prodotto in questione sfugge un po’ alle dinamiche del finanziamento tradizionale per almeno due motivi. In primo luogo, prevede importi davvero elevati, proprio perché a essere finanziati non sono cittadini normali bensì imprese, aziende, società e così via (purché quotate in borsa).
In secondo luogo, perché sono, capovolgendo un po’ la prospettiva, una fonte di investimento per i cittadini comuni e non solo per le banche. Il ruolo degli istituti di credito, in questo contesto, è più marginale del solito. A fungere da creditore, infatti, non è obbligatoriamente un istituto di credito, bensì un “qualsiasi terzo” che decida di dare fiducia alla società debitrice.
Prestiti obbligazionari cosa sono e a chi si rivolgono
Si possono definire, dunque, i prestiti obbligazionari come delle forme sui generis di finanziamento a lungo termine, che seguono dinamiche proprie. Per quanto riguarda l’importo, per esempio, la soglia massima corrisponde esattamente al versamento di capitale di rischio realizzato dai soci nell’esercizio precedente.
Questo limite può essere bypassato se a garanzia del finanziamento viene posta una o più ipoteche immobiliari pari a 66% dell’importo del prestito, se l’eccedenza viene coperta da una garanzia sui titoli di Stato, o se le istituzioni concedono una specifica autorizzazione in merito.
Prestito obbligazionario: il rimborso
Anche il rimborso segue regole a parte. È prevista, innanzitutto, una scadenza. Al termine di questa la cifra deve essere restituita in blocco o con il meccanismo a estrazione: l’obbligazione è divisa in “pacchetti”, ognuno dei quali contrassegnato da una sigla. Si estrae una di queste sigla, la quale funge da primo rimborso.
Non ci sono le classiche rate, almeno non come si intendono per i finanziamenti “al dettaglio”, quindi rivolti ai comuni cittadini. In compenso, le obbligazioni rilasciano una cedola periodica, che può essere trimestrale, semestrale etc. Lo scopo è rendere una parte del capitale subita disponibile al creditore, dal momento che questo intende il prestito obbligazionario come un investimento.
Va chiarito poi un aspetto che riguarda i tassi di interesse dei prestiti obbligazionari, che qui vengono chiamati anche “di rendimento”. A colpire, infatti, è negoziabilità del tasso.
Infatti non esiste necessariamente un prodotto di riferimento, messo a disposizione delle banche, che presenti regole specifiche per gli interessi. È anche una questione di contrattazione. Anche perché spesso il lavoro di intermediazione delle banche viene saltato a priori, e ci si rivolge direttamente al mercato.