Quando arriva il momento di scegliere un piano di ammortamento per l’acquisto di una casa è necessario tenere conto di diversi aspetti, che vanno dalla durata generale del processo di rimborso, all’ammontare delle rate – con l’eventuale possibilità di congelare i pagamenti in caso di problemi economici – fino a tutti i particolari riguardanti gli spread mutui, valori essenziali per determinare la convenienza del piano.
Spread mutui cos’è: la definizione
Cosa sono gli spread mutui? Dei carichi economici che vengono applicati al tasso – sia esso fisso o variabile – da parte dell’istituto di credito che eroga il mutuo e che determinano un ulteriore guadagno per la banca.
Lo spread, a differenza del tasso d’interesse, rimane invariato per tutta la durata del mutuo.
Spread mutui 2016: quanto può variare il valore?
Quando si parla di spread mutui è necessario non solo avere le idee chiare sulla definizione, ma anche capire entro che range può variare il carico in questione. Gli spread applicati dalla banche sui mutui sono contraddistinti da un ampio spettro di variazioni, che si attesta attorno a una media dell’1,50/1,60%.
Alcuni istituti di credito possono applicare offerte occasionali con spread particolarmente vantaggiosi mentre altri, in caso di situazioni valutate come rischiose, tendono ad alzare la percentuale, arrivando anche a spread del 3%.
Spread mutui oggi: cosa succede in caso di piano di ammortamento a tasso fisso
Analizzare la questione spread mutui significa muoversi in maniera diversa a seconda che il tasso del piano di ammortamento sia fisso o variabile. Nel primo caso lo spread costituisce la quota aggiuntiva che si applica al parametro di riferimento IRS (acronimo per Interest Rate Swap).
Il valore dell’IRS cambia a seconda del periodo coinvolto. Tale parametro è fondamentale per la banca che, in caso di mutuo a tasso fisso, ha la necessità di tutelarsi dagli innalzamenti dei tassi d’interesse.
Spread mutui tasso variabile: come funzionano le cose?
Cosa succede con gli spread mutui in caso di piano di ammortamento a tasso variabile? In queste circostanze il mutuatario deve basarsi sul seguente schema di rimborso: Euribor + spread (l’Euribor è una tipologia di tasso che viene calcolato giornalmente e che riguarda le transazioni finanziarie tra le varie banche europee).
In questa somma l’Euribor rappresenta la parte variabile, mentre lo spread, come già ricordato, quella fissa. Nel caso dei mutui a tasso variabile gli spread tendono a essere generalmente più bassi rispetto ai piani di ammortamento a tasso fisso, assestandosi verso un valore medio pari all’1,60%.
A cosa è dovuta questa differenza? Al fatto che i mutui a tasso variabile sono caratterizzati dalla presenza di un’ipoteca, situazione che invece non sussiste nel caso dei mutui a tasso fisso, che sono contraddistinti da una minor sicurezza per la banca.